giovedì 17 marzo 2011

Viva l'Italia Unita


Ho osservato che su FB con l'occasione del centocinquantenario stanno uscendo fuori allo scoperto una sfilza di borbonici e papalini.
La cosa, che potrebbe sembrare goliardica, avvia discussioni che pretendono di sembrare serie ma che in realtà manifestano come dentro molti si nasconda - e venga allo scoperto anche a volte solo per gioco - "il leghista che è in noi" il quale punta al voler separare, distinguere e differenziare a tutti i costi le varie posizioni.
Il voler essere "altro" e distinguersi a tutti i costi è un sentimento profondamente umano ma conosce delle degenerazioni che passano dal semplice acceso campanilismo fino ad arrivare alle teorie della razza ed altre assurdità della storia.
Certo è che in questo paese, senza dei punti di riferimento comuni, non saremo mai in grado ne di definire e tracciare una rotta ne di percorrerla.
Buon compleanno Italia.

lunedì 14 marzo 2011

Riforma della giustizia. Cui prodest?

Ho dato un'occhiata a testo di riforma costituzionale sulla giustizia e ho cercato di capire queste innovazioni a chi giovano, chi è il beneficiario delle proposte del Governo. I cambiamenti in realtà pure cospicui non stravolgono l'impianto generale.
Iniziamo dalla divisione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante. Questa cosa in concreto non riguarda i cittadini ma solo i magistrati. Viene scorporata dalla magistratura come la conosciamo oggi tutta la pubblica accusa, la quale viene in qualche modo assoggettata ad un indirizzo politico ed ad un controllo disciplinare sempre prevalentemente politico. L'autogoverno è in parte" sterilizzato" attraverso un sistema di nomine che tende a far prevalere la parte politica (si parla di un sorteggio degli eleggibili per la parte scelta dai magistrati negli organi di governo e di disciplina.. cosa tutta da studiare). Inoltre i magistrati potranno essere più facilmente trasferiti. Questa parte evidentemente interessa esclusivamente i magistrati e il rapporto tra poteri dello stato spostando un pochino la bilancia verso il potere politico. Per il semplice cittadino non cambierà assolutamente nulla.
Per semplice cittadino intendo la stragrande maggioranza degli italiani per i quali i rapporti con la giustizia si limitano a problemi di natura civile, di assicurazioni, di rimborsi, di lavoro, di appalti e, se passiamo nel penale, sono le vittime di furti e rapine ed in certi casi di violenza. Diciamo in breve "i buoni" per distinguerli dai "i cattivi" che sono quelli che compiono reati, gli approfittatori, i truffatori, insomma una ridottissima minoranza del paese.
Passiamo ora all'azione penale che verrà indirizzata dalla politica. In pratica a valle di un codice penale che continua a definire i reati l'indirizzo politico suggerirà ai Pubblici Ministeri di occuparsi prevalentemente di questo e tralasciare quello sulla base probabilmente dell'onda emotiva di fatti o episodi contingenti. I reati minori probabilmente verranno in concreto legalizzati perché considerati "poco rilevanti". Già oggi scippi e furti spesso non vengono neanche denunciati per le note difficoltà delle forze dell'ordine che non arrivano a tutto. In futuro probabilmente non verranno neppure perseguiti (una resa a tutti gli effetti nei confronti della microcriminalità). Si tratta in questo caso, evidentemente, di una riforma a favore dei "cattivi", alla faccia dei semplici cittadini sempre più costretti ad arrangiarsi. Il fatto di concentrarsi sui "fatti importanti" fa sorgere immediatamente la domanda "importanti per chi ?".
Passiamo ora all'inappellabilità delle sentenze di assoluzione. Questa norma parte dall'assunto che chi viene sottoposto a processo sia tendenzialmente sempre innocente e quindi il processo è un incidente dovuto all'imperizia del PM cha va ad imputare sempre le persone sbagliate. Questa cosa fa inoltre il paio con la responsabilità personale del magistrato che in genere oltre ad accusare la persona sbagliata (per pura cattiveria) la condanna anche ingiustamente ad una ingiusta detenzione.
Sappiamo tutti benissimo che le cose non stanno così !
Stiamo sempre a lamentarci che nel nostro paese non si condanna mai nessuno.. che nessuno va mai in galera... e se ci va, esce subito !
Appare chiaro che l'assunto non è la posizione del semplice cittadino ma è quella del "reo", del colpevole, che ovviamente si ritene sempre innocente e perseguitato. Si tratta quindi di innovazioni che trovano ampio consenso nel mondo criminale dove un "riequilibrio in favore della difesa" è certo visto di buon occhio.
In concreto con l'idea di tutelare il cittadino accusato ingiustamente si interviene a tutela e a vantaggio dei responsabili di reati che si ritrovano con qualche possibilità in più di passarla liscia (e di chiedere pure i danni !). D'altro canto i cittadini accusati ingiustamente, che per fortuna sono un numero limitatissimo, non avranno nessun particolare giovamento anzi, i loro indennizzo oggi regolato dalla legge e garantito dallo Stato rischia di dover passare attraverso le pastoie di una causa civile contro la società di assicurazione (loro si avranno del lavoro in più).
In sintesi:
Chi ci rimette: i magistrati principalmente, le vittime dei reati non di interesse politico.
Chi ci guadagna: chi commette reati in genere ed in particolare chi commette quelli ritenuti di minore interesse, le compagnie di assicurazione, il potere esecutivo che indirizzerà l'azione della pubblica accusa.
In dubbio: i cittadini accusati ingiustamente, se assolti, potrebbero godere dell'inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado. Va da se che se condannati ingiustamente nulla cambia potendosi arrivare (di errore in errore) a concludere sfavorevolmente tutti i gradi di giudizio.
E questa è una riforma epocale della giustizia ? Direbbe Totò : "Ma mi faccia il piacere !"
Piuttosto è una vendetta, consumata a freddo a distanza di vent'anni, di una classe che, faticosamente sopravvissuta a tangentopoli, cerca oggi di affermare una superiorità ed una preminenza di un potere sugli altri, una visione medioevale del governo, un potere unitario - preferibilmente dinastico - che si perpetua in mano ad oligarchie economiche che aspirano a collocarsi al di sopra della legge.
Porca miseria, ci mancava solo il neo-feudalesimo .....

sabato 22 gennaio 2011

Berlusconite

Ho scoperto l'esistenza di una nuova malattia la berlusconite. Il primo sintomo è la "chiusura di un occhio". Quando senti "su questo è meglio chiudere un occhio".. bene.. quello è il primo sintomo. Agli inizi non è grave .. ma poi con il tempo .. ti trovi a chiudere tutti e due gli occhi, le orecchie e pure la bocca e a pensare che va tutto bene e che in fondo tutto è possibile, tutto e permesso. Speriamo, come diceva Montanelli, che una volta superata la malattia, si diventi immuni.

mercoledì 15 dicembre 2010

Ragionamenti del secondo ordine. Il terzo polo vince la corrida.


In alcuni studi di meccanica ma anche in altre materie si parla di "effetti del secondo ordine". Si tratta di studi effettuati con formule matematiche più complesse, che vanno al di là di un ragionamento semplicemente lineare di proporzionalità sulla causa-effetto, arrivando a spiegare meglio determinati fenomeni.
Facciamo quindi un ragionamento più approfondito, più articolato. In un ragionamento "semplice" Fini ha sfidato Berlusconi con l'intento di piegarlo ai suoi voleri o comunque di disarcionarlo dalla guida del Governo. Berlusconi ha quindi semplicemente, con ogni mezzo, fatto in modo di riuscire vincitore da questa sfida teoricamente salvando la poltrona e dimostrando di essere "più forte" o comunque in grado di recuperare attorno a se consenso.
Ma facciamo un passo indietro. Ci ricordiamo che a fine estate, a settembre, qualcuno aveva ipotizzato elezioni entro Natale per sfruttare la posizione di forza del Governo e quella di debolezza dei fuoriusciti Finiani in quel momento solo un gruppuscolo senza le idee chiare. Fini, in quel momento ancora al Governo, costrinse Berlusconi a presentarsi in parlamento con cinque punti sui quali Fini e i suoi confermarono la fiducia facendo passare il treno delle elezioni pre-natalizie.
Certi di aver rimandato il voto a tempi più convenienti ecco organizzare prima FLI e poi il terzo polo che a questo punto, allontanate le elezioni di qualche mese, può avviare le manovre per la prossima campagna elettorale.
Primo atto di questa operazione è stata la "sortita" del voto di sfiducia del 14 dicembre scorso, un primo esperimento, un giro di prova, un azzardo se vogliamo, per andare a vedere le carte. Una sventolata di capote (il drappo) davanti agli occhi del toro. Un colpo del picador che non uccide ma irrita e allo stesso tempo indebolisce il toro.
Certo l'obiettivo palese è sembrato quello di far vedere la debolezza numerica di Berlusconi, ma l'obiettivo nascosto, il secondo ordine, era quello di prendere le misure. Il ragionamento del primo ordine portava in teoria ad un governo tecnico, di responsabilità nazionale, assolutamente irrealizzabile con l'attuale compagine parlamentare, e comunque qualsiasi governo tecnico non sarebbe stato in grado di cambiare la legge elettorale per l'impossibilità di farla comunque passare in Senato, dove il PdL e la Lega danno le carte. Anche se ieri fosse stato sconfitto Berlusconi sarebbe comunque restato in sella per diversi mesi in pratica nelle stesse condizioni attuali, dopo aver ottenuto solo una vittoria di misura (perché un governo dimissionario o un governo senza una vera maggioranza sono in pratica la stessa cosa). Certo si sarebbero potuti un pochino accelerare i tempi ma non se ne può essere sicuri.
L'analisi del secondo ordine porta invece a pensare che è bene che Berlusconi continui a governare, e a governare in tempi difficili, accumulando su di se fallimenti, problemi, provvedimenti tampone, scandali; senza avere la forza però di fare troppi danni. Inoltre le campagne elettorali quando si è al governo sono molto più difficili da portare avanti. Il toro corre a destra a sinistra e si stanca; la corrida deve durare a lungo per avere l'attenzione de conquistare gli applausi del pubblico.
Nel frattempo il terzo polo si consolida, anche perdendo qualche pezzo. L'uscita di alcuni da FLI (i tre fulminati sulla via di Damasco) rafforza in realtà la posizione di chi rimane, depura il nuovo partito dagli opportunisti del momento che saltano da un carro del vincitore all'altro, privi di una visione di luongo respiro, gente di cui nessuno ha bisogno.
Ho ragione di credere, o forse sperare, che Fini, Rutelli e Casini abbiano già stretto un solido patto finalizzato all'assalto alle spoglie di Forza Italia una volta caduto Berlusconi. Perché Berlusconi cadrà, prima o poi, il tempo gli è avversario nonostante i progressi della medicina e tutti i rinvii giudiziari.
L'importante è tenere le distanze, questo Casini lo fa intelligentemente da più tempo, e continuerà a farlo per presentarsi al suo elettorato privo di colpe, più bianco della neve si potrebbe dire.
Un terzo polo moderato, compatto, privo di problemi giudiziari, più volte "testato" nell'arena (in aula) nelle prossime settimane, dove si troverà a giocare con il governo come il torero con il toro, agitando il drappo rosso e piazzando le sue banderillas per assestare solo alla fine, alle elezioni, il colpo finale.

venerdì 10 dicembre 2010

La compravendità




Mi sa
che il Berlusca
ce la fa
non casca
per una testa
s'attesta
e resta
qua
chissà
quale altra testa
cader farà.

giovedì 25 novembre 2010

14 Dicembre 2010 - Gioventù bruciata

C'è un film con James Dean, "Gioventù bruciata" nel quale in una scena si tiene la chicken run, una corsa in auto che si svolge di notte su un rettilineo che termina sull'orlo di un precipizio: vince chi, lanciato a folle velocità, smonta per ultimo dall'auto in corsa prima di precipitare nel burrone. Nel film la corsa finisce male come ci si deve attendere.
Mi sembra che questa corsa verso il voto di fiducia del prossimo 14 dicembre contenga delle forti similitudini con la chicken run, vince chi salta per ultimo. L'ultimo a saltare è quello che potrà dire "vedete, è colpa loro, io sono il più forte ed il più coraggioso disposto ad andare comunque avanti. Berlusconi, da molti invitato (salta ! salta!) non ne vuole sapere di dimettersi, anzi, dice a Fini: "salta tu! Dimettiti".
Le automobili, rubate, (bella questa) sono il paese. Il voto di fiducia è il salto nel vuoto (letteralmente il salto nel vuoto per il paese).
Se il 14 dicembre i finiani votano contro e il Governo perde la fiducia l'ultimo ad abbandonare l'auto è Berlusconi che può subito avviare una bella campagna elettorale "vittimistica". Se i finiani ci ripensano e all'ultimo e votano a favore e come se loro vettura inchiodasse lontano dal burrone, quasi a voler salvare l'automobile (il paese), lasciano quindi la vittoria a Berlusconi che a questo punto è vincente anche se l'auto (sempre il paese) continua la sua corsa nel vuoto.
Ci potrebbe essere la possibilità che l'intervento di altri sia in grado di cambiare la storia. L'intervento dell'UDC a supporto del Governo potrebbe chiudere Fini ed i suoi dentro l'auto e farli precipitare nel burrone.
Allo stesso modo la Lega, stanca di queste teste calde e decisa a chiudere la questione, potrebbe comunque, negando la fiducia nonostante i ripensamenti di Fini, buttare i conducenti nel burrone con lo scopo di rubargli le auto alle prossime elezioni.
In questo film le auto fanno sempre una brutta fine. Il pubblico (perché nel film ci sono gli spettatori, le ragazze che urlano) sta a guardare.
Dobbiamo trovare un modo di salvare questa gioventù bruciata che passa il tempo ad ubriacarsi ed a distruggere auto.

mercoledì 10 novembre 2010

ITALIA 2050 - Qualcuno faccia in modo che questo non accada

E' finito !
C'è l'ho fatta !
Il mio saggio semiserio sul nostro futuro visto tra quarant'anni è chiuso ed in stampa.
E' stata dura ma alla fine sono riuscito a mettere su qualcosa di abbastanza convincente. Nessuno di quelli che lo hanno letto (i miei correttori, suggeritori, che ringrazio vivissimamente) mi è sembrato troppo dispiaciuto o distrutto dallo sforzo.
Nessuno troppo entusiasta ma nemmeno scocciato. Ho ricevuto
anche qualche apprezzamento spero non dettato dal buon cuore.

Le carte sono state particolarmente apprezzate e c'è nel testo qualche trovata simpatica come sempre avviene quando uno volutamente esagera.

Per chi fosse interessato l'ho messo in vendita su


E' un pochino caro perché l'interno è stampato a colori.
Lo potrei, volendo, mettere in distribuzione tramite LaFeltrinelli ma verrebbe a costare ancora di più.

martedì 19 ottobre 2010

Lo zio di Sarah 3 - CENTRO !!!

LE AZZECCO TUTTE !!

(rif. post precedente)


da REPUBBLICA DEL 20-10-2010

IL DELITTO DI AVETRANA

"Lo zio Michele dormiva
mentre Sarah veniva uccisa"

Nuova ipotesi dei pm sul ruolo di Sabrina: "Mentre lei litigava con la cugina, il padre era a letto". I Ris: sul telefonino della ragazza uccisa le impronte di più persone. Ombre su Cosima, forse sapeva

lunedì 18 ottobre 2010

Lo zio di Sarah 2

A dimostrazione del fatto che uno dei rischi più grandi della pena di morte è che non risulta difficile far fuori la persona sbagliata, a distanza di pochi giorni si scopre che lo zio della povera Sarah, che molti avrebbero all'istante eliminato dalla faccia della terra, con ogni probabilità ha un ruolo probabilmente secondario in tutta la vicenda.
Se le cose vanno come sembra alla fine del processo l'unica responsabilità per il "mostro", tolto di mezzo anche il vilipendio, sarà solo l'occultamento di cadavere ed il favoreggiamento che però, trattandosi della figlia, temo che neppure sia perseguibile.
Pero il "mostro" esiste, ed a questo punto è la cugina Sabrina.
Fredda, sfacciata, volitiva, decisa, determinata, anche coraggiosa.
Probabilmente il suo è il profilo (si sente che vedo Criminal Minds :-) ) di un boss della mafia, un padrino. Il padre Michele è solo un succube devoto picciotto a cui spetta, poverino, il compito di "fare pulizia" a cose fatte. Ed è lui il pentito, l'infame che non ha retto e, pieno di rimorsi, si è trasformato, alla fine, in un collaboratore di giustizia.
Inizio a pensare che è sempre bene diffidare dalle persone come Sabrina, troppo, troppo sicure di sé.

venerdì 8 ottobre 2010

Pena di morte per lo zio di Sarah ?

Colgo l'occasione del terribile epilogo della storia della povera Sarah Scazzi per una riflessione. In rete ho osservato che si è subito accesa la discussione su cosa farne adesso dello zio orco.
C'è chi suggerisce di spingerlo al suicidio, chi lo vorrebbe lasciar linciare dalla folla, e via dicendo. Qualche deficiente, ho letto, ha pure pensato di creare un fan club del mostro su FB (che spiritosi, che umorismo), che è stato ovviamente subito chiuso dalla polizia postale... come è noto la madre dei cretini è sempre incinta.
Fatti così gravi riaccendono sempre le diatribe sull'opportunità, in certi casi, di fare ricorso alla pena di morte. In realtà si tratta, a mio giudizio, di un falso problema non essendo la pena di morte sempre adatta a regolare i conti.
In una visione medioevale, molto religiosa, la pena di morte ha funzioni "espiatorie". E' stato commesso un reato gravissimo per il quale è scontata la dannazione eterna e solo il pentimento e l'anticipato ricongiungimento con il Creatore può considerarsi una soluzione adeguata (la Chiesa ha tagliato teste per secoli seguendo questo principio). In quest'ottica la pena di morte suona quasi come un'opera meritoria finalizzata a salvare un'anima disperata.
Dal punto di vista di molti contemporanei, per i quali la morte rappresenta solo la fine delle vita, ovvero il suo "accorciamento", la pena di morte assume aspetti compensativi (non sapendo come farti ripagare i danni ti privo della vita che ti resta, probabilmente il tuo unico bene, ammesso che valga qualche cosa). L'ergastolo che è ritenuta una pena inferiore rispetto alla morte, ma forse non lo è, ha invece lo scopo di privare di valore la vita, vita che da recluso in carcere perde molto del suo significato (cfr. http://urladalsilenzio.wordpress.com/ il blog degli ergastolani).
E' mia convinzione che il sistema delle pene dovrebbe spostare l'attenzione dal reato al reo.
Il codice analizza i reati e poi valuta per graduare la pena (aggravanti e attenuanti) una serie di condizioni al contorno tra cui, ma solo tra le altre, le condizioni individuali del reo.
Per certi individui la pena, qualsiasi essa sia, potrebbe spesso non costituire alcun deterrente.
Alle anime perse, individui che per fatti personali, per cultura, per condizioni familiari, a causa a volte di una malattia, perdono il significato della propria vita, il carcere, ma anche la morte, appare come un rischio assolutamente accettabile.
Il trade off tra la soddisfazione di un bisogno, malato e perverso che sia, soddisfazione questa ottenibile a danno di altri (e qui ecco il reato, il dolo), e il rischio di una qualsiasi pena, porta gli individui che hanno poco o nulla da perdere a commettere le più grandi aberrazioni. E' questo il caso dei pluriomicidi, dei killer della mafia, dei balordi della criminalità organizzata per i quali, leggasi l'ottimo Saviano in Gomorra, la morte violenta è data quasi per scontata come contropartita di attimi di piacere, di donne ed auto da corsa.
Ma non è questo il caso.
Lo zio della povera Sarah voleva soddisfare un bisogno perverso, dare seguito ad una sua immaginazione (questo apre il fronte a questioni sull'educazione alla sessualità su cui soprassiedo), ed il rifiuto netto aveva improvvisamente trasformato il suo approccio in un reato, inizialmente piccolo (molestie), che lo avrebbe visto prima denunciato ai familiari e poi allontanato dalla famiglia, il tutto sotto gli occhi scandalizzati dei suoi compaesani.
Un individuo del genere, per quello che ho potuto capire dal ritratto ricavabile attraverso i giornali, ha visto terminare la sua vita in quell'istante; se la nipote lo avesse denunciato la sua già povera vita - nella sua mente - non sarebbe valsa più nulla o quasi. Allora ha ucciso la nipote per "salvarsi". Avrà pensato "o io o lei" e - ed è questo che è la parte più terribile - ha scelto "è meglio lei". E tutto il resto segue in maniera quasi automatica, per certi versi vendicativa, probabilmente con un idea fissa nel cervello: "'sta pu.. mi voleva denunciare... mi voleva denunciare.. mi voleva denunciare".
Poi dopo pochi giorni, quando sono iniziate le ricerche e la fotografia della nipote è apparsa in ogni dove come un fantasma dall'aldilà, deve aver recuperato un minimo di consapevolezza e nel rivalutare quel "o io o lei" si deve essere accorto della sproporzione delle grandezze a confronto ed è stato sopraffatto dal rimorso.
Ritengo in questo caso che la pena di morte, alla quale non sono del tutto contrario, visto il soggetto, potrebbe costituire solo uno sconto di pena.
La pena giusta è il prolungamento indefinito di quello che sta già scontando da qualche settimana, deve avere costantemente di fronte, senza però potervisi sottrarre, l'immagine della nipote morta e degli specchi perché quel "o io o lei" - l'attimo in cui la vita di tutti e due è terminata - gli torni costantemente davanti.
Non ci dovrebbe mettere molto ad impazzire.