martedì 20 aprile 2010

La cenere e i dirigibili

La cenere di un vulcano dal nome illeggibile e impronunciabile ha riportato l'Europa per qualche giorno indietro di 100 anni. Mentre sulle distanze brevi e medie non ci sono stati problemi, su tutti i voli - o meglio sui viaggi - internazionali si è assistito alla paralisi.Mi viene da pensare c
he la dimensione "nazionale" sia collegata essenzialmente ai mezzi di comunicazione. Quando un posto diventa "troppo lontano" o comunque troppo faticoso da raggiungere questo diventa un'altra cosa, un'altro luogo, una terra straniera. La globalizzazione è essenzialmente merito (o colpa) dell'aereo. Andare da Bruxelles a Roma - senza l'aereo - diventa improvvisamente un viaggio impegnativo, ci devi pensare due volte prima di intraprenderlo.
Possiamo immaginare - oggi - un mondo senza l'aereo ? E' immaginabile un mondo a velocità ridotta, dove l'America torna a essere veramente lontana ?
Forse è il caso di iniziare a pensarci. Abbiamo moto, auto e treni elettrici. L'elettricità si può produrre in vario modo. Ma di aerei elettrici - a parte i modellini - non sembra proprio se ne parli. Ci sono dei prototipi ad energia solare ma sono solo delle grosse zanzare se paragonate ad un Boing 747 o al nuovissimo Airbus 380 da quasi 1000 posti.
Avremo forse nel futuro transatlantici a propulsione nucleare (come i sottomarini) ma di aerei che non utilizzino il cherosene ancora non abbiamo notizie. E il petrolio finirà. O costerà troppo.
Si capisce che ho tanta nostalgia per i dirigibili ?
Vi ricordate il gigantesco GoodYear che passava su Roma quando eravamo piccoli ?
Silenzioso. Quasi fermo. Doveva essere bellisimo viaggiare in quel modo.

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