lunedì 27 giugno 2016

Una proposta strategica per il Presidente Renzi

Il Presidente del Consiglio naviga in acque molto difficili. Il risultato delle recenti elezioni amministrative che hanno dato ai Cinquestelle il governo di due città "capitali" sono il segnale di una "convergenza" contro l'attuale governo di tutte le forze di opposizione. Un voto "contro" che mette in secondo piano "tutto",  qualsiasi fatto positivo scompare di fronte ad una qualsiasi piccola stonatura, ad un qualsiasi problema ancora da risolvere, anche di fronte all'inesperienza ed ai rischi dello scegliere un'alternativa di rottura dai contorni indefiniti. 
In questo quadro Renzi costituisce per tutti un comodo parafulmine dove dirigere e scaricare tutti i problemi del paese. Mai come in questo periodo va di moda il detto "piove, Governo ladro"; è sempre e comunque colpa del Governo che sbaglia sempre e se dovesse, per caso, fare bene, è per l'appunto solo un caso. 
In questo clima il partito del "no" al referendum costituzionale ha ed avrà vita veramente facile; anche la minoranza interna del PD cerca visibilità con i distinguo, si prepara a sfoderare un "l'avevamo detto" secondo il principio - parecchio cinico - che una vittoria di Pirro è sempre meglio di una sconfitta (dimenticando che poi segue una sicura sconfitta). 
Legare poi il proprio futuro politico agli esiti del referendum costituzionale non è stata una mossa vincente per il Presidente;  ha assicurato alle opposizioni una comoda alternativa - rispetto alla sfiducia - per arrivare alle dimissioni del Governo ed al voto anticipato; quando pur di assicurare l'attuale "stabilità di governo" è dovuto scendere a diversi (anche troppi) compromessi. Ha dimenticato che l'obiettivo delle opposizioni è sempre è comunque votare il prima possibile (gli atteggiamenti "responsabili" in genere non premiano perché l'elettorato ha memoria cortissima) per cui l'equazione "la gente vuole cambiare, sarà con me" si è trasformata in "la gente non è con te, cambiamo te e le riforme - buone o cattive - possono attendere".
La recente Brexit, che da un lato ha rincuorato il fronte euroscettico, pone di nuovo il Governo nella posizione di facile bersaglio, i risultati saranno comunque scarsi e le promesse disattese, e se proprio non si potranno negare i successi si cercherà di attribuirli ad altri, magari alle opposizioni.
Tutta questa situazione è probabilmente dovuta ad una debolezza di fondo dell'esecutivo che, nonostante tutto, rimane un governo della prima Repubblica, frutto di accordi parlamentari tra i partiti, e non un governo plebiscitario espressione della volontà popolare (premierato, presidenzialismo, ecc.) che sembra, a detta degli esperti, andare tanto di moda nelle democrazie più avanzate.
Come può Renzi uscire dall'angolo dove si ritrova rinchiuso (almeno in parte per colpa sua) e dove, dopo aver incassato un mare di colpi, non lo aspetta altro che il knock out di ottobre con l'inevitabile sconfitta al referendum?
In Parlamento, anche se si tende a dimenticarlo, non ci sono i numeri per fare nulla e quello che il Governo è riuscito a fare lo ha fatto "forzando la mano" con i voti di fiducia. Più volte è dovuto scendere a patti, trovare soluzioni di compromesso, sporcarsi le mani, fare scelte anche impopolari.
Anche la minoranza interna continua nell'opera di "logoramento" del Segretario che, indebolito, arriverà al congresso già sconfitto. La difficoltà del "doppio incarico", la richiesta (velata) di dimissioni dalla segreteria, sono segnali evidenti d'insofferenza e di una prossima resa dei conti.
In questo scenario la fine del governo Renzi, ed in senso lato della sua carriera politica, è solo questione di tempo. Sembra di leggere qualcosa di simile a "Cronaca di una morte annunciata" di Màrquez.
Che fare? Forse l'unica via di uscita è un brusca accelerazione. Quando il motore è ingolfato bisogna spingere violentemente sull'acceleratore. Rovesciare il tavolo. Fare quello che gli altri non si aspettano e contraddire se stessi. Accantonare parole come stabilità, responsabilità, continuità e, non ancora sconfitto, abbandonare il campo. Ma non la segreteria (ha vinto contro Bersani, ha il voto popolare).
Dimissioni del Governo. Preso atto delle posizioni interne al Partito che, seppur minoritarie, inneggiano al cambiamento, si sale a Colle e si depositano le dimissioni nelle mani del Presidente. Una bella crisi extraparlamentare da prima Repubblica. Al buio.
Si lascia libero il campo per spersonalizzare il tema delle riforme e si rimanda la palla al Parlamento che, sovrano, dovrà trovare una via d'uscita dalla crisi.
Il Presidente della Repubblica lascerà in carica il Governo per l'ordinaria amministrazione e aprirà formalmente la crisi di Governo. 
Le consultazioni. In luglio. Al caldo.
Un governo balneare ? Un mandato esplorativo ? E poi a chi? Larghe intese? Governo del Presidente? Governo tecnico?  E la chiusura delle Camere (le ferie dei parlamentari)?

Tutta l'ingovernabilità della prima repubblica su tutte le pagine dei giornali (riecco il teatrino). 

Tutti i Partiti in Parlamento (M5S incluso, ormai è una forza di governo nelle grandi città, "responsabile") sotto processo dai media, nelle fauci dell'antipolitica. Apertura estiva straordinaria della terza camera (Vespa).

Scenari: 

  • in agosto o in settembre secondo incarico a Renzi. Non cambia nulla ma Renzi ne esce molto rafforzato e può scaricare, anche in caso di insuccesso, le responsabilità su tutti gli altri (irresponsabili);
  • governo di transizione, o balneare. Difficile trovare in numeri alla Camera dove ci sono ancora troppi Renziani ma non impossibile. Comunque vada Renzi può giocare  da segretario del PD il suo ruolo ed appoggiare - quasi dall'esterno, il SI alle riforme, il SI al cambiamento, e poi si vedrà;
  • si sciolgono le Camere, elezioni a ottobre o novembre. Governo in carica per altri tre mesi. Situazione invariata rispetto alla situazione attuale ma senza la preventiva sconfitta al Referendum e con molta più confusione ed incertezza, tutte cose che spingono verso il SI al referendum e per un voto più "ragionato", e poi si vedrà;
  • ci sarebbe la possibilità di un accordo trasversale M5S e tutto il resto contro il PD (è successo a livello locale) ma sembra veramente improbabile a livello nazionale.

Un azzardo. 
Fantapolitica.
Si, decisamente. 
Però... da un fan di House of Cards uno un pochino se lo aspetta.


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