martedì 20 maggio 2014

Perchè non si riescono a spendere i fondi strutturali europei

Per gli addetti ai lavori.
Ma no, è solo uno scherzo, pura invenzione.

In una grande famiglia del nostro paese si viene a sapere che alcuni parenti se la passano piuttosto male. Alcuni cugini, i loro figli e le loro mogli, sembrano affetti da una stana malattia. Presentano una situazione di sottosviluppo, di mancata crescita, debolezza fisica, anche scarso rendimento scolastico, non riescono a trovare lavoro, sono depressi, e questa situazione preoccupa tutto il parentado che spesso è costretto a mandare soldi.
La situazione è tanto grave che anche alcuni amici dall'estero sono molto preoccupati, sanno che queste situazioni rovinano il clima familiare e fanno perdere un sacco di opportunità.
Si decide allora di intervenire e si cerca tra parenti e amici, anche all'estero, se qualcuno conosce qualche luminare in grado di affrontare la questione. Un professore belga, dopo aver molto analizzato il caso, fatto pure qualche visita, propone, sempre rimanendo a stretto contatto con la famiglia attraverso l'unico componente che conosce il francese, un professore, una cura piuttosto articolata.
E' un problema di alimentazione e di ambiente. Questi parenti mangiano poco e vivono male. Dobbiamo farli mangiare bene, ristrutturargli casa, pagargli pure qualche ripetizione a scuola.
La famiglia si domanda come riuscire a far tutto questo, già manda parecchi soldi ai cugini anziani che poi aiutano gli altri più giovani. Allora, come si fa in tutte le famiglie,si inizia a fare i conti, si  chiamano a raccolta tutti i parenti anche i più lontani e da ultimo si organizza una bella colletta con gli amici all'estero e, meraviglia, si riesce a mettere assieme un sacco di soldi.
Anzi no, si riesce a mettere assieme un sacco di promesse, si impegnano tutti a pagare, ma poi i soldi, i contanti arriveranno un pochino alla volta.
I soldi promessi sono veramente tanti ed appena arriva la notizia subito inizia la corsa a chi è più povero, tutti a scrivere che la sua casa è quella ridotta peggio, che i suoi figli vanno male in matematica, che ha l'orto pieno di talpe, e via dicendo.
Il professore a questo punto, presa con una mano la relazione del medico belga e con l'altra il mazzetto delle richieste dei parenti, inizia a chiedere qualche dritta sia alla famiglia sia agli amici e colleghi di lavoro, il maggior aiuto provenendo inaspettato dagli amici del calcetto, per lo più disoccupati e precari ben contenti di scroccare qualche invito a cena. Alla fine riesce a mettere insieme dei bei fascicoletti da spedire ai parenti contenenti una bella dieta ipercalorica, le ricette con gli ingredienti, una lista dei lavoretti da fare, ed anche un'ipotesi di quanto spendere. Prepara quindi una bella lettera in cui spiega come funzionerà la cosa, come arriveranno i soldi, quello che deve essere fatto, come devono essere spesi e l'invito a seguire scrupolosamente il ricettario perché è quello suggerito dal medico belga e che dovrebbe assicurare una crescita rapida dei piccoli ed un miglioramento della salute di tutti quanti. Con la lettera vengono spediti anche un po' di soldi con l'assicurazione, non appena avranno spedito tutte le ricevute e gli scontrini, di avere gli altri come rimborso di quanto speso, è questo l'accordo con gli altri parenti e con gli amici all'estero.
Quando arrivano le lettere sono tutti molto contenti. I soldi sono veramente tanti e si decide di organizzare la cosa al meglio. In una famiglia , per esempio, si decide che a gestire il tutto sarà nonno Vincenzo, a cucinare e a fare la spesa saranno mamma Concetta e la zia Pina, il cugino Antonio si occuperà di trovare qualcuno che ripulisca la casa, la comare Rosalia andrà a parlare con i professori a scuola per trovare qualcuno che dia ripetizioni ai ragazzi.
Ma appena la zia Concetta e la zia Pina leggono la dieta consigliata saltano sulle rispettive sedie. A parte che molti piatti proposti erano indicati in francese e solo grazie al telefonino di Santuzza si riusciva a capire di che si trattava, erano prevista un sacco di verdura fuori stagione, di serra, frutta esotica dai nomi strani,  e poi carote, tante carote, che al piccolo Giusepuzzu non si era ancora mai riusciti a far mangiare. Le poverette un po' sconsolate vanno al mercato e li si arrangiano con quello che trovano, qualcosa riescono ad ordinarlo, altre cose no, è proprio impossibile, ci vuole troppo tempo. I negozianti le prendono pure per matte e qualcuno se ne approfitta. Quando la sera Giuseppuzzu vede le carote prende il piatto e lo butta nel secchio con tutto il controfiletto e addio dieta proteica. Il nonno chiede alle due sventurate il conto della spesa e scopre, scontrini alla mano, che le poverette hanno speso più del previsto e che si erano pure perse qualche scontrino... che gli mandiamo ora al professore ?
Il nonno si informa quindi con il cugino Antonio su come va la ricerca dell'impresa per i lavori di casa.
Il cugino riferisce che ha parecchie difficoltà perché appena dice che ha bisogno delle fatture da mandare al professore, tutti si tirano indietro oppure raddoppiano immediatamente il prezzo. Allora, anche per seguire bene le indicazioni del professore, dovrà scrivere a tutte le ditte della zona e chiedere dei preventivi. Ha infatti già incaricato il geometra di predisporre la lettera con l'elenco dei lavori.
La comare Rosalia invece era stata indirizzata, visto che anche lei era alla ricerca di fatture per il professore, in un centro specializzato per recupero e ripetizioni scolastiche. Il prezzo era alto e i docenti di nessuna esperienza (il guadagno andava tutto al titolare) ma purtroppo non c'era altra soluzione.
Passano i giorni e quando finalmente il geometra consegna al cugino Antonio la lettera per chiedere i preventivi iniziano ad arrivare delle telefonate, qualcuno lo ferma per strada, tutti chiedono al cugino Antonio notizie sui lavori, tutti danno consigli, raccontano e vogliono sapere.
Ma il cugino Antonio va diritto  per la sua strada e spedisce tutte le sue lettere. Riceve solo quattro risposte. Tre di queste sono molto alte, ognuna si propone solo per una parte dei lavori e sono stranamente scritte tutte allo stesso modo. Una quarta offerta è più articolata, riguarda tutti i lavori, ed è decisamente vantaggiosa. Il nonno Vincenzo, informato dal cugino Antonio, suggerisce di procedere con cautela perché la ditta che ha fatto l'offerta migliore non è molto conosciuta in paese, sono dei forestieri.
Nei giorni successivi il cugino Antonio prova a contattare la ditta ma questi sembrano essere spariti. Viene poi a sapere che a causa di un corto circuito il loro capannone era bruciato con tutta l'attrezzatura. Il cugino Antonio è cosi costretto a ripiegare sulle tre ditte più care e deve pure sbrigarsi perché il professore vuole notizie e, non appena riceve le prime fatture è pronto a spedire i soldi.
Nel frattempo la speciale dieta proteica procede a ritmo alternato. Le cuoche spendono troppo e il professore rimborsa con troppo ritardo. Senza soldi non possono fare la spesa. E poi il professore si è accorto che stanno comprando cose diverse da quelle previste dal luminare belga e che gli amici stranieri, che per caso hanno trovato tra le carte un biglietto del cinema, non sono disposti a buttare via i soldi, ed hanno interrotto il versamento dei loro contributi.
I lavori all'appartamento procedono a rilento, inizialmente nessuno si decideva a lasciare la propria stanza per far entrare gli operai, poi alla fine il nonno ha liberato la sua così, a rotazione, una stanza per volta i lavori possono procedere, anche se a rilento. Si è poi aggiunto il problema che una delle tre ditte, l'idraulico ha preso un lavoro più grosso e sta trascurando il cantiere facendo rallentare anche gli altri. Il cugino Vincenzo, con l'aiuto del geometra, vorrebbe trovare un nuovo idraulico, ma da un lato l'attuale non vuole rinunciare e dall'altro sembra che nessuno voglia subentrare a lavori già iniziati.
La comare Rosalia intanto è riuscita a far iniziare le ripetizioni a Giuseppuzzu ed agli altri fratelli, ma dopo poche lezioni, tra l'altro già tutte saldate volta per volta, i docenti non si sono fatti trovare, pare non venissero pagati. La comare sta allora cercando delle soluzioni alternative e sembra che in un paese vicino ci sia la possibilità di iscriversi a dei corsi, ma i ragazzi non sono disposti a fare due ore di viaggio per andare alle ripetizioni. La Rosalia, che è un tipo propositivo, sta contattando, sentito il nonno ed il professore, altri parenti, altri cugini, anche loro con lo stesso problema, con l'obiettivo di integrare i vari corsi e se fosse possibile far venire i docenti dai ragazzi.
Tutto va a rilento, il nonno Vincenzo appena riesce a raccogliere un certo numero di fatture e di scontrini li manda al professore, ma è sempre poca cosa.
Il professore insiste e pensa che si sta spendendo troppo poco rispetto a tutti i soldi che era riuscito a farsi promettere dalla parentela e dagli amici, così non ci sarà alcun risultato, nessun impatto, e decide che è forse il caso di controllare di persona.
Nella sua ispezione il professore, accompagnato anche dal cognato Alvise, un commercialista, vuole dare un'occhiata ai lavori, sentire come se la passano i ragazzi, se studiano, se mangiano come dovrebbero. Girando per la casa scopre che solo due stanze sono state completate, una terza è piena di attrezzature e di materiali, ed i lavori sono fermi perché un vicino si è lamentato per i rumori. Il nonno spiega che è solo un pretesto, una vendetta per una vecchia questione sulla proprietà del giardino sul retro.
In cucina, in un congelatore, trova stipati 200 kg di carote che nessuno si decide a cucinare perché a nessuno piacciono, però le hanno prese lo stesso perché erano previste nella dieta del luminare belga.
In salotto Giuseppuzzu sta giocando con un computer portatile. Il professore si ricordava bene di questa spesa perché il nonno Vincenzo gli aveva mandato un fattura che includeva una postazione completa di tutto, stampante, scrivania, sedia ergonomica. Il professore chiede al pronipote dove sono le altre cose e Giuseppuzzu, la voce dell'innocenza, riferisce che lui non ne sa nulla ma che ricorda che insieme al portatile il papà aveva portato il vibromassaggiatore per la mamma e uno schermo piatto per la camera da letto. Giuseppuzzu racconta poi che all'inizio aveva fatto delle di ricerche per la scuola ma poi papà aveva saltato un paio di bollette e gli avevano staccato la linea ADSL. Ora lo usava solo per giocare ed ogni tanto lo portava da un amico per scaricare qualcosa di nuovo.
Disperato il professore decide che senza un intervento esterno che metta a posto le cose non si può andare avanti e chiede al cognato Alvise di rimanere li e di metterci mano, con forza, lui che con le fatture è un esperto. Alvise dice che si può fare, a patto che qualcuno gli rimborsi tutte le spese e gli venga compensato il disturbo. Il professore, costi quel che costi, incarica Alvise di affiancare il nonno Vincenzo in tutte le attività.
Tornato a casa il professore vede subito accadere qualcosa, tanto per cominciare iniziano ad arrivare i rimborsi spese di Alvise e poi, molto lentamente, delle altre spese.
Alvise fa un bel riordino di tutte le carte è riesce a ritrovare parecchi scontrini del supermercato, la fattura della riparazione della caldaia, documenti datati ma comunque del tutto coerenti con gli scopi iniziali e rispondenti ai criteri suggeriti dal professore nella sua prima lettera. Questo permette al professore di spedire dei soldi grazie ai quali si riesce a saldare dei pagamenti rimasti indietro e far ripartire, lentamente, le cose.
Dopo qualche mese, in mezzo alle altre da rimborsare, il professore trova la ricevuta per la riparazione urgente del congelatore. Quello pieno di carote. Il nonno era convinto che sarebbe stato un peccato farle andare a male. E poi i gusti cambiano.

1 commento:

  1. Bravo, bellissimo e cinicissimo post.
    In fondo però la famiglia un po' questa storia scombinata di inefficienze e deficienze se l'è andata a cercare perchè è nata in Italia a sua insaputa. Se tra i medici e i dietologi ci fosse qualche italiano pensante, magari le cure sarebbero state più efficaci. Se, se, se, ...

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