venerdì 25 novembre 2011

Tutta colpa della bolla

Immaginiamo un sistema economico chiuso piccolo quanto vogliamo, un modellino dell'economia globale a scala molto ridotta, un'isola al centro del Pacifico. In questa microeconomia abbiamo a scala ridotta tutti le componenti dell'economia mondiale. Abbiamo gli scambi, la produzione (pesca, agricoltura, ecc.), una moneta (conchiglie, sassi dipinti... fate voi), dei risparmi, una dotazione di capitale (immobili, attrezzature, ecc.) e così via dicendo. La quantità di moneta è fissata da anni ed ha volume tale da permettere che la quasi totalità degli scambi avvenga in moneta, questo perché l'isola anche se piccola è abbastanza grande, e comunque con caratteristiche tali da far funzionare un'economia di libero mercato. Per semplicità diciamo che sull'isola ci sono 1000 case che valgono 1000 conchiglie e che la popolazione dispone di moneta in media per 1000 conchiglie a famiglia. Se vendo una casa la mia famiglia disporrà di 2000 conchiglie e di contro un'altra famiglia avrà due case e 0 conchiglie. In ogni momento c'è sull'isola chi ha casa più grande e meno conchiglie oppure l'inverso e c'è pure chi ha sia case che conchiglie (i più ricchi) e chi non ha casa e poche conchiglie (i più poveri) ma "in media" la situazione è tale che c'è qualcuno che ha risparmiato le 1000 conchiglie per comprare e qualcuno che è disposto a vendere la casa per 1000 conchiglie.
In questo sistema equilibrato improvvisamente avviene un cambiamento, senza apparente motivo e molto rapidamente il prezzo delle case raddoppia. Ora occorrono 2000 conchiglie per comprare una casa anche se la popolazione dispone ancora in media di sole 1000 conchiglie a famiglia. Che succede:
- chi dispone in quel momento di più case che conchiglie diventa teoricamente più ricco;
- chi stava risparmiando conchiglie diventa improvvisamente più povero e costretto ad accantonare il doppio per arrivare ad acquistare casa e pensa eventualmente di indebitarsi;
- chi dispone di conchiglie e non ha bisogno di comprare casa è disposto a prestarle, ma visto che molti hanno bisogno di conchiglie chiede interessi via via più elevati al crescere della domanda e del rischio.
In concreto le conchiglie non bastano più per tutti ed il numero dei poveri (senza casa e senza conchiglie) non fa che aumentare a vantaggio di chi, avendo ad esempio due case, si ritrova vendendone una con una casa e 2000 conchiglie (1000 conchiglie in più che ovviamente a qualcuno mancano essendo fissato il quantitativo di conchiglie). Ovviamente chi sta in mezzo, chi ha casa ma anche un po' di conchiglie, diciamo una casa e 1000 conchiglie (3000 conchiglie di patrimonio complessivo) non vede nell'immediato una effettiva variazione ma qualsiasi variazione sul fronte immobiliare incide in maniera doppia sulla sua disponibilità di conchiglie e lo obbliga, se ad esempio vuole comprare, a guadagnare di più  vendendo più cari i suoi prodotti (pesce, grano, ecc.); questo causa un aumento dei prezzi generalizzato "per trascinamento" dovuto all'aumento dei prezzi delle case. Alla lunga l'iniziale disponibilità media di 1000 conchiglie a famiglia non basta più perché l'aumento dei prezzi supera le disponibilità delle singole famiglie; ad esempio quelle più povere non hanno la disponibilità  di conchiglie necessarie per comprare alcuni prodotti, e se ne vendono meno. L'economia rallenta e si assiste ad una concentrazione della ricchezza a favore di chi al momento de repentino cambio di valore degli immobili disponeva già di una maggiore ricchezza, inizia a accumulare conchiglie (anche attraverso gli interessi su quelle che presta) in quantità tale da non riuscirle più a spenderle. Ma non può neanche prestarle a cuor leggero perché aumentano sempre di più i prestiti che non vengono restituiti; quindi quando presta le sue conchiglie chiede interessi sempre più alti.
Come si esce da questa situazione:
a: dimezzando il prezzo delle case
b: raddoppiando la quantità di conchiglie disponibili
(Entrambe cose impraticabili).
Si potrebbe osservare che dove la disponibilità di conchiglie per gli scambi scendesse al di sotto di un certo livello di guardia (perché tutte chiuse nelle casse di un numero limitato di persone), in alcuni gruppi poveri di conchiglie potrebbe essere necessario, per permettere gli scambi, tornare al baratto o all'utilizzo di prodotti come monete sostitutive. In quest'ultimo caso i prodotti (p.es. sacchi di farina) potrebbero "ampliare" in senso lato la "liquidità disponibile".
Per arrivare ad una conclusione sarei portato a pensare che l'aumento del valore degli immobili (la ormai famigerata "bolla immobiliare") è la principale causa dell'attuale crisi economica, essendo risultato in seguito, con ogni probabilità, insufficiente lo stock di moneta disponibile nelle tasche dei cittadini con una conseguente "crisi di liquidità" via via allargata a tutto il mondo occidentale.
Ancora oggi non ci sono in concreto abbastanza soldi in circolazione (salari ,stipendi) necessari a far "girare bene" l'economia che gira come girano degli ingranaggi senza olio, ovvero destinati a rallentare e a bloccarsi.
Urge aggiungere olio (denaro liquido) al sistema o comunque spostarne da dove ristagna a dove ce ne è maggiormente bisogno. (Patrimoniale ? Rendite finanziarie ? Detassazione del lavoro ? ).