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venerdì 9 ottobre 2015

Il Sindaco

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A me il Sindaco Marino non mi è mai piaciuto. Se uno fa il medico con passione come tutti i medici dovrebbero - a me sarebbe piaciuto - non ti passa neanche per l'anticamera del cervello di metterti a fare un lavoro lontanissimo dai tuoi studi, dalla tua esperienza, dalle tue conoscenze. Se poi sei pure forestiero in una città dove i quartieri fanno nazione in termini di identità e cittadinanza dovresti avere il buon senso di evitare. Il politico, il parlamentare, posso pure capire, li magari un'esperienza in determinato settore può servire, può dare un contributo. Ma il Sindaco di Roma, l'amministratore di uno dei più grandi condomini del mondo non era per lui. Se poi, come credo e sono convinto, parliamo di una persona fondamentalmente onesta, un po' disattenta come spesso capita ha chi ha troppe cose per la testa, addirittura distratta e con un'eccessiva fiducia nel genere umano, talmente in buona fede da far pubblicare le ricevute che non avrebbe dovuto farsi rimborsare (in pratica armare il nemico), messe in tasca e poi finite tra le altre e pure rendicontate con poco zelo e troppa leggerezza da qualche impiegato, ma vale probabilmente lo stesso per la macchina in divieto di sosta e le relative multe, e per tutta la serie di innumerevoli gaffes sempre puntualmente registrate, possiamo solo pensare che no, non era proprio il lavoro per lui.

E' vero, il Sindaco Marino non mi è mai piaciuto, ma mi sono piaciuti ancor meno, decisamente meno, tutti gli altri.

Tutti, a cominciare da tutte le strutture dell'amministrazione comunale, nelle sue diverse articolazioni, nelle controllate, ATAC, AMA, ecc. con le quali Marino si è dovuto scontrare in ogni occasione nel tentativo di metter ordine, in realtà di tappare le innumerevoli falle, di intervenire nel marasma all'origine del grave dissesto finanziario di una città che brucia fiumi di denaro senza riuscire a risolvere i problemi. Sprechi in parte dovuti all'incapacità, alla scarsa volontà, ma anche all'avidità, al malaffare. La magistratura, come abbiamo visto, avrà da fare ancora per molto.
Mi è piaciuto molto poco anche il PD, probabilmente troppo preoccupato a gestire le minoranze interne, e per il quale Marino è diventato sempre più un problema che una soluzione, un danno all'immagine di un PD che, se a livello comunale è a pezzi, a livello nazionale preferirebbe inanellare successi e non collezionare - di riflesso come partito del sindaco - critiche, fallimenti, denunce. Vero è che più tentativi sono stati fatti per affiancare il sindaco ma come dire, lo sventurato non ha perso occasione per farsi facile bersaglio di critiche, di fornire argomenti ai numerosi nemici.
I pentastellati poi, il M5S, mi sono piaciuti ancor meno avendo fatto della capitale essenzialmente un laboratorio sul piano della comunicazione. Una nave scuola dove esercitarsi ed allenare i propri campioni a svolgere il ruolo di opposizione dura, mediatica, che è quella a cui assistiamo nelle interviste e nei talk show. Del resto, rendiamocene conto, il ruolo di opposizione permette a tutti di esercitarsi senza responsabilità, di studiare, di approfondire. Oggi a distanza di più di due anni il M5S inizia a definire le strategie, a capirci qualcosa di come funziona la macchina, ruba la scena a Salvini ed alla Lega, che pure vantano un maggiore esperienza. Diciamo che ora il M5S è arrivato a poter esprimere alcune figure politiche e con un'inversione di marcia (ricordiamoci  il no interviste, no giornalisti, no TV, gli anatemi di Grillo su chi usciva dalle righe) che spiega come tutto fosse finalizzato a prendere tempo, il tempo necessario a selezionare e formare le figure giuste. Probabilmente, a dispetto di una strategia ben costruita, il M5S vede la caduta di Marino un po' troppo anticipata rispetto ai loro piani, avrebbero avuto bisogno di altro tempo per individuare un plausibile candidato sindaco. La rapida retromarcia degli attuali leader del M5S, attualmente parlamentari obbligati (boh ?) a terminare il mandato lo interpreterei come un "troppo presto, non siamo pronti..". Forse Renzi ha ragionato in tal senso nel decidere di dire basta.
Anche i giornali ed i giornalisti mi sono in realtà piaciuti molto poco. Non mi sono piaciuti perché mettendo davanti a tutto il clamore, l'interesse, l'audience, hanno creato un caso su un episodio, un funerale, eclatante quanto si vuole, a cui non dovevano - solo allo scopo di rimarcare sospette inefficienze nella macchina dell'amministrazione - dare una visibilità enorme, concedendo così una sostanziale vittoria, gli altari mediatici, a chi non sembrava proprio meritarli.
Negli Stati Uniti neanche il nome di chi compie stragi deve essere noto, non merita  infatti di essere ne nominato ne ricordato.
Tra chi vive a Roma, in molti di noi, c'è il ricordo di altre cerimonie simili. I romani onesti, un po' rassegnati ma armati di una potente indifferenza, sanno di cosa si tratta e si tengono alla larga dalle cerimonie private.
Ora stiamo a vedere. 
Ci aspetta un periodo di commissariamento e, non c'è che dire,  si tratta di un capolavoro politico delle opposizioni fatto per il bene della città, che durante il Giubileo si troverà nella stessa situazione di un comune sciolto per mafia, tutto molto bello.
Poi finalmente, in primavera, nuove elezioni. Se qualcuno riesce a convincere Francesco Totti a candidarsi sono assolutamente certo che oltre alla totalità del voto romanista potrebbe raccogliere anche il voto di moltissimi tifosi laziali, vincendo così addirittura al primo turno.